
Se pensi di soffrire di reflusso gastroesofageo ti conviene leggere l’articolo, meglio sapere tutto sul nemico per riuscire ad affrontarlo!
Un po’ di definizioni…
Per reflusso gastroesofageo si intende il passaggio di contenuto gastrico acido dallo stomaco all’esofago attraverso lo sfintere esofageo inferiore.
Lo sfintere esofageo inferiore è una piccola valvola il cui compito è quello di fa passare il bolo alimentare dall’esofago allo stomaco e non viceversa. Non dimenticarti di lui, è il protagonista della malattia e ne riparleremo tra poco.
Episodi sporadici e asintomatici di reflusso gastroesofageo capitano a tutti noi e proprio perché asintomatici non ce ne accorgiamo.
La Malattia da Reflusso GastroEsofageo (MRGE) invece si instaura quando il passaggio di contenuto gastrico in esofago determina sintomi e/o complicanze fastidiose.
Perché si ha la MRGE?
Il principale responsabile della malattia da reflusso gastroesofageo è l’alterato funzionamento dello sfintere esofageo inferiore, che si rilascia più frequentemente del dovuto e lascia così risalire il contenuto gastrico in esofago.
Inizia quindi una “lotta” tra i fattori aggressivi che provengono dallo stomaco (succhi acidi, pepsina, componenti biliari ed enzimi pancreatici) e i fattori difensivi presenti a livello dell’esofago (componenti della saliva, muco, bicarbonato, movimenti esofagei che spingono il materiale in basso).
Se vincono i primi si avranno i sintomi e quindi questa fastidiosa malattia.
Un ruolo chiave nella patogenesi è svolto anche da un rallentato svuotamento gastrico: più il cibo rimane nello stomaco, più quest’ultimo resta disteso e maggiore è il rischio che si verifichi un reflusso gastroesofageo. Per questo è importante non fare grandi abbuffate!
Inoltre si è visto che gli episodi di reflusso che si verificano durante la notte sono più pericolosi per due motivi:
- avvengono quando si sta sdraiati e quindi non c’è la gravità a venirci in aiuto ad allontanare passivamente il materiale refluito;
- dormendo non ci accorgiamo del reflusso e quindi non mettiamo in atto un importante meccanismo di difesa: la deglutizione, a cui segue la peristalsi esofagea e quindi la spinta verso il basso del contenuto gastrico refluito.
Sì, ma quali sono i sintomi?
Abbiamo detto che per parlare di malattia da reflusso gastroesofageo bisogna avere i sintomi, vediamo quali sono.
I più frequenti, anche detti “tipici”, sono:
- Pirosi: sensazione intensa di bruciore, percepita dietro lo sterno.
- Rigurgito: sensazione di risalita di materiale acido dallo stomaco lungo l’esofago.
Ma attenzione, non tutti sanno che può manifestarsi anche con sintomi extra-esofagei, anche detti “atipici”, come:
- Dolore toracico: il reflusso può associarsi ad un intenso spasmo esofageo che causa un dolore toracico talmente forte da poter essere confuso con quello dell’angina pectoris.
- Sintomi respiratori:
– Asma bronchiale
– Tosse cronica
- Sintomi otorinolaringoiatrici:
– Raucedine
– Tonsilliti
– Faringiti
– Laringiti
- Sintomi orali:
– Erosioni dentarie
– Alitosi
Tutti questi disturbi possono essere presenti anche in assenza dei sintomi tipici; è proprio in questi casi che la diagnosi può essere più difficile e non tempestiva.
Diagnosi
In presenza dei sintomi appena descritti, soprattutto se si tratta dei classici pirosi e rigurgito, ed una volta escluse altre possibili cause, il medico facilmente farà la diagnosi di MRGE e prescriverà la terapia.
Se con la terapia i sintomi migliorano, la diagnosi è confermata e non c’è bisogno di esami diagnostici invasivi.
E’ invece necessario l’esame endoscopico, con il quale viene valutata la mucosa esofagea, se compaiono i cosiddetti sintomi d’allarme:
- Anemizzazione, cioè riduzione dell’emoglobina
- Perdita di peso ingiustificata
- Disfagia, cioè difficoltà a deglutire
- Sintomi che non migliorano con la terapia
- Comparsa dei sintomi dopo i 50 anni
Terapia
La terapia si basa sull’associazione di farmaci appartenenti a queste tre classi:
- Antisecretivi: cioè farmaci che riducono la secrezione di acido gastrico.
I più usati sono gli inibitori di pompa protonica, anche conosciuti come “protettori gastrici”. Attenzione: non abusarne! Non sono semplici protettori, ma dei veri e propri farmaci e come tali hanno effetti collaterali. Usali solo come e quando lo prescrive il tuo medico.
- Alginati: formano una “barriera” proteggendo l’esofago dal reflusso acido, in genere è importante assumerli mezz’ora dopo i pasti e un’ora prima di andare a dormire.
- Procinetici: farmaci che favoriscono lo svuotamento dello stomaco.
10 accorgimenti per combattere la MRGE
Come sempre è arrivato il momento di dare qualche pratico consiglio. Cambiare lo stile di vita ed usare giusti accorgimenti può aiutare anche contro questo disturbo.
- Se sei in sovrappeso cerca di dimagrire: L’eccessiva presenza di grasso a livello addominale comporta una pressione intraddominale più elevata del normale. La presenza di una pressione intraddominale più alta del normale tende a influire sulla struttura e il funzionamento dello stomaco e a favorire il reflusso.
- Usa abiti comodi non portare pantaloni e/o cinture strette: anche questo contribuisce ad aumentare la pressione addominale.
- Fai pasti piccoli e frequenti, mai grandi abbuffate: assumere quantità di cibo contenute e con una certa cadenza giornaliera evita di sovraccaricare eccessivamente lo stomaco e rallentare il suo svuotamento.
- Evita alimenti ricchi di grassi come fritti, formaggi grassi, ecc.. Questi infatti richiedono molto tempo per essere digeriti, quindi lo svuotamento gastrico è rallentato e inducono una notevole produzione di acido gastrico.
- Prediligi i cibi magri e ricchi di proteine, più facili da digerire.
- Evita: menta, pomodori crudi, pepe, peperoncino, curry e cioccolato.
- Evita il caffè.
- Evita bevande alcoliche e gassate.
- Non fumare.
- Ed infine, ma importantissimo: non andare a dormire con la “pancia piena”. La posizione orizzontale, infatti, favorisce la risalita verso l’esofago del contenuto acido dello stomaco. Aspetta almeno due ore, prima di coricarti e sdraiati con la testa sollevata dal letto di 15-20 centimetri. Attenzione anche al riposino post-prandiale, meglio stare in posizione eretta: la gravità ostacolerà la risalita del cibo in esofago.
Perché non sottovalutare la MRGE
E’ importante non sottovalutare la MRGE, perché a lungo andare può portare a serie complicanze.
Infatti reflussi ripetuti causano un’irritazione prolungata della mucosa dell’esofago che potrà provocare:
- Infiammazione della mucosa stessa (esofagite)
- Ulcere dell’esofago
- Restringimenti dell’esofago (stenosi esofagee)
- Alterazioni cellulari fino alla possibile trasformazione cancerosa.
Quindi non perdere tempo, segui la terapia e metti in pratica i facili consigli che ti ho dato!
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Ciao
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