
Conosci la dieta LOW FODMAP? Il post di oggi ha come scopo quello di farti capire cos’è, a chi è rivolta e in cosa consiste.
Prima di cominciare è d’obbligo spiegare l’acronimo dietro al nome: Fermentable Oligo, Di, and Mono-saccharides And Polyols. In italiano si può tradurre in mono, di, oligo-saccaridi e polioli fermentabili. Se questi termini non ti suggeriscono nulla, ti dico che si tratta di carboidrati che non sono facilmente assorbiti dall’intestino tenue.
Vuoi sapere cosa succede quando uno di questi elementi permane nell’intestino?
Ci arriviamo a breve, prima però ti presento i FODMAP.
FODMAP: tipologie ed effetti
Il primo rappresentante di categoria è il lattosio. Questo zucchero è presente nel latte e nella maggior parte dei suoi derivati e talvolta infastidisce l’intestino, perché può rimanere in esso “indigerito” a causa della povertà o mancanza totale delle lattasi (l’enzima addetto alla scissione del disaccaride).
Proseguo indicando anche il fruttosio, i fruttani, i galattani e i polioli.
Queste tipologie di carboidrati, per un motivo o per un altro, rimangono nell’intestino senza essere assorbite e per tale ragione provocano un duplice effetto:
- producono gas a causa della fermentazione operata dai batteri intestinali;
- richiamano acqua ad opera del loro forte potere osmotico, facendoti sentire la mancanza del bagno.
Sono sicuro che ti sarà capitato di leggere le scritte ai lati delle confezioni di caramelle o chewing gum: UN CONSUMO ECCESSIVO PUO’ AVERE EFFETTI LASSATIVI. La spiegazione di tale dicitura è da imputarsi alla presenza di sorbitolo, xilitolo o mannitolo, in poche parole dei polioli.
A questo punto sorge spontanea una domanda: dove si trovano questi zuccheri?
Per aiutarti a capire, ecco una tabella esplicativa.
A chi è rivolta la LOW FODMAP
Più che una vera e propria dieta, è da considerarsi un regime alimentare. Tale regime negli ultimi anni ha attratto l’attenzione di molti, perché diversi studi l’hanno associato a un miglioramento dei sintomi della sindrome dell’intestino irritabile (IBS).
L’IBS, come descritto in un articolo precedente, è una problematica molto diffusa e ha una sintomatologia variegata, ma alcuni di questi sintomi, tra cui appunto il gonfiore e la diarrea possono subire miglioramenti con alimenti a basso contenuto di FODMAP.
In realtà, anche altre persone possono trarre giovamento dall’utilizzo di questo regime, tra queste ci sono tutte quelle che pur non soffrendo di IBS, tendono a subire fenomeni di gonfiori addominali o chi soffre di disfunzioni funzionali gastrointestinali (FGID).
Fai attenzione però! I miglioramenti avvengono perché gli alimenti utilizzati riducono la sintomatologia delle sindromi succitate, ma non “colpiscono” la causa del problema.
Ad esempio, l’IBS ha un’eziologia molto complessa che coinvolge anche la componente emotiva. La dieta, in questo caso, può aiutarti ad affrontare il problema alleviando i sintomi, ma se non ti concentri anche sui fattori scatenanti non supererai mai veramente la difficoltà. Ogni problema deve essere risolto alla radice, altrimenti si ripresenta.
La miglior soluzione a tutti i problemi è la pazienza. Platone
Da quello che hai letto fin ora, tale regime ti sembrerà fantastico e alla portata di tutti.
Su questo mi sento di dissentire e nel prossimo passaggio ti spiegherò il perché, nel frattempo, se ti è piaciuto il post, CONDIVIDILO!
Come funziona la dieta LOW FODMAP
La dieta LOW FODMAP è una dieta di esclusione, perché elimina tutti quelli alimenti aventi un quantitativo elevato di FODMAP, lasciando a disposizione quelli che ne hanno un contenuto molto limitato. Osservando la tabella in alto, avrai capito che i cibi che rimangono a disposizione sono pochi.
Escludere così tanti alimenti può risultare dannoso e non deve essere fatto per troppo tempo. In fin dei conti, sei fatto per consumare una vasta gamma di cibi. La varietà, infatti, contribuisce a fornire tutti gli elementi che ti servono, mentre, la limitazione nel lungo periodo può portare a inutili carenze nutrizionali.
Per questo la dieta LOW FODMAP può essere fatta per un periodo non superiore alle sei settimane.
Ad ogni modo, sempre a causa delle limitazioni di questo regime alimentare il mio consiglio è quello di consultare uno specialista per confermare la fattibilità del sistema e nel caso, le modalità e i tempi da seguire.
Cosa succede al termine di queste sei settimane?
Gli alimenti esclusi dalla dieta vengono reintrodotti con gradualità. Il regime alimentare fino a questo momento applicato, infatti, ha sviluppato un effetto “disintossicante”.
In realtà, l’intestino ha ripreso il suo normale funzionamento, anche grazie alla flora batterica intestinale che, a causa della diminuzione della sintomatologia, ha ristabilito una popolazione ordinaria.
Ricorda, se i batteri nel tuo intestino stanno bene, anche tu ne beneficerai.
Considerazioni finali
La dieta LOW FODMAP è uno dei possibili strumenti utilizzati per combattere alcune problematiche intestinali. Come ogni sistema alimentare, deve essere usato con intelligenza, magari sotto la guida di un professionista.
Tuttavia, qualunque sia il tuo problema, studialo più che puoi cercando di conoscerne le cause, perché solo lavorando su di esse potrai risolverlo definitivamente.
Se sei arrivato fin qui immagino ti sia piaciuto il post, quindi, se non l’hai già fatto, ti ricordo che iscrivendoti alla newsletter riceverai periodicamente GRATIS dei contenuti extra.
Ciao
Ottimo